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Narni: venerdi 26 aprile al San Domenico presentazione del libro di Giulio Cesare Proietti "Renata, la staffetta"
Venerdi 26 aprile, alle 18 nell’auditorium Bortolotti del complesso San Domenico, avrà luogo la presentazione del libro di Giulio Cesare Proietti, intitolato "Renata la Staffetta - È questo il fiore" (Il Formichiere). "Renata - si legge in una nota -, raccontava di quella volta che, appena ventenne, i tedeschi l’avevano messa con le spalle al muro e la volevano fucilare, ma si era salvata e, siccome non credeva ai miracoli, pensava che forse era stato il destino a volerlo. Era scritto che lei dovesse vivere cent’anni, commentava sempre con un pizzico d’ironia nella voce attentamente modulata. Staffetta dei partigiani, aveva compiuto azioni pericolose, ma non erano mai riusciti a catturarla. Quel giorno stava scappando dalle colline del Chianti dove i tedeschi si apprestavano a spostare la linea del fronte. Il giovane soldato, con lo sguardo perso da recluta, era sul punto di premere il grilletto e sparare, ma non ebbe tempo. Renata faceva una pausa, poi riprendeva a narrare: il 'fato'! A forza di ripeterlo, si era convinta che forse era vero che esistesse, come le avevano insegnato al Liceo, una potente e oscura divinità chiamata 'fato', che a lei aveva assegnato la missione di realizzare un mondo migliore, un mondo nel quale non ci sarebbe più stata l’umiliazione, la povertà, la disuguaglianza sociale". "Proveremo a raccontare gli anni '50 - spiega Giulio Cesare Proietti, giornalista, scrittore ed ex sindaco di Narni -, insieme a Giorgio Brighi e Mauro Pacelli. Nel libro racconto le vicende di una ex partigiana, che ebbe un ruolo importante nella ricostruzione di Terni. Quello che affronteremo è anche un periodo storico nel quale l'arte e la cultura diventano 'pop', ovvero popolari e chi meglio di Giorgio Brighi e Mauro Pacelli potrebbero aiutarci a rivivere quegli anni? Entrambi sono due protagonisti della stagione delle radio libere che hanno rappresentato una novità epocale nella cultura e ancor più nel costume. Siamo, dunque, negli anni Settanta e sono passati vent'anni, ma più che figli delle stelle, siamo i figli degli anni cinquanta".
25/4/2024 ore 14:15
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