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Claudio Magnosi: "Gare di lotta libera e giostre d’armi, così i narnesi si divertivano nel 1500"
Alla riscoperta dei modi con i quali i narnesi erano soliti divertirsi intorno al 1500. E' Claudio Magnosi, appassionato di storia locale sempre a caccia di "novità", che ha regalato ai suoi concittadini questa nuova curiosità. "Il 22 aprile del 1584 - racconta Magnosi -, gli amministratori del Comune di Narni discutevano ancora sugli ultimi dettagli dell’imminente Festa di San Giovenale. La questione riguardava le modalità dei festeggiamenti: dal pranzo nel Palazzo, offerto alle figure più rilevanti della città, agli intrattenimenti svolti nella sottostante piazza Maggiore, o dei Priori, che erano il punto centrale della manifestazione. Così, in quella adunanza, si elencarono i giochi più frequentati e l’attenzione si pose subito sul 'Bravio' della Lotta libera, che era una gara partecipata anche dai lottatori provenienti da paesi lontani, come dimostra la vittoria di un cittadino di Giove che fu registrata proprio in quel maggio 1584. Lotta che era molto seguita nel territorio, e che nel tempo ritroviamo a Otricoli, dove si svolgeva davanti alla Collegiata. Ed inoltre, si parlava della consueta Corsa all’Anello, che, almeno da due secoli, era l’evento più richiesto e più atteso dai cittadini di Narni. Naturalmente tutto doveva inquadrarsi nella cornice giusta, a iniziare dai festoni, tra i quali potevano esserci le ‘carte dipinte’, spesso con frasi augurali, che si appendevano sopra le varie porte del Comune, e questo si ricava dalle ‘Riformanze comunali’ del 1556. Di fatto - continua Magnosi -, quelle manifestazioni rispondevano ad un repertorio prestabilito, come gli abituali allestimenti scenici che si proponevano nel Teatro situato all’ultimo piano del Palazzo comunale, e che erano rappresentati di solito sia a maggio, che nel periodo di Carnevale. Ma c’erano anche dei divertimenti non in calendario, e che ugualmente richiamavano numerosi narnesi, come raccontano le carte comunali che ci consegnano un evento che ebbe grande successo. Si tratta di un episodio che accadde nell’autunno del 1531 quando Livio, figlio del condottiero Bartolomeo di Alviano e cognato di Giangiacomo Cesi, organizzò una spettacolare Giostra d’armi in onore della città che l’ospitava e in segno di amicizia tra le due illustri Casate, che avevano stretto legami familiari. Quindi una Giostra in armi in cui si mostrava l’abilità dei cavalieri in campo, e a fine della travolgente gara Livio, ‘avendo armeggiato co’ suoi e dato grato spettacolo al Popolo’, ebbe in dono dalla Comunità quattro castrati, due canestri di uva passerina -prodotto che era tra le eccellenze locali -, cinque libbre di marzapani e quattro libbre di confetti. E a completare l’omaggio - conclude Magnosi -, un grande canestro di ‘nocchie’, due ceri e due vassoi d’argento (L. Leoni, Vita di Bartolomeo di Alviano, 1858). Il tutto, con le ‘scuse’ degli amministratori, in quanto le casse comunali al momento avvertivano qualche sofferenza, e non era stato possibile offrire altro. Ma è pure noto che spesso per sostenere alcune spese straordinarie, come quelle relative a una recita teatrale, e forse proprio a qualche spettacolo in armi, si reinvestivano le entrate di alcune multe, come già prospettato nell’anno 1577. Da questo deriva che la città sapeva programmare gli eventi che cadevano nell’anno, e su tutti quello del 3 maggio. E nello stesso tempo riusciva a sostenere quelli inattesi, e talvolta complessi come la ricordata Giostra del 1531, avendo sempre in mente lo svago dell’intera popolazione. Per cui ogni occasione poteva essere opportuna, come l’ingresso in città di un nuovo vescovo - e nel 1709 comparvero persino fontane che davano vino - o la presenza di importanti personaggi, perché nello scorrere del tempo Narni ha saputo sempre cogliere l’essenza autentica del divertimento".
9/5/2023 ore 10:20
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